Here comes… “Acquacity” : uno sguardo alla storia


In esclusiva per BrudasArt.wordpress ecco il soggetto di “Acquacity”, il sequel di “Novembre” attualmente in produzione. Ci sembrava giusto e corretto darvi qualche gustosa anticipazione per il seguito del nostro amato debutto fumettistico. Ovviamente senza dirvi troppo, ma indirizzandovi sulla retta via, vi abbiamo postato una versione rimaneggiata (e priva del finale, ovviamente) del soggetto ufficiale.

Buona… immersione!!!

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*A C Q U A C I T Y  – introduzione*

Bene. Sediamoci, chiudiamo gli occhi, tiriamo un lungo sospiro di concentrazione, inspiriamo lentamente e gettiamo fuori l’aria ancora più piano. Apriamo gli occhi, allacciamo le cinture, assumiamo una postura fiera che non lasci trapelare la nostra evidente paura, accenniamo un piccolo sorrisetto sornione a lato della bocca e… pronti, partenza, via! Pronti al decollo!
Ma non stiamo prendendo il volo, proprio no. Stiamo per immergerci nelle cupe profondità degli
abissi del fiume Po!

“Benvenuti a bordo del sottomarino della Brudas Art, vi parlano il Capitano Michele Vartuli e il Capitano Riccardo Ferdenzi, ci siamo appena immersi nelle torbide acque del fiume Po, la temperatura esterna è di circa 7000 gradi Celsius, il viaggio sarà breve ma sicuramente intenso.”

Torino. Due anni dopo i fatti narrati in Novembre.
I protagonisti della storia sono Gaid e Yak, gli intrepidi eroi difensori della natura e preservatori della razza umana. Il primo è un ragazzo che ha superato la trentina, il secondo è un pesce antropomorfo dalle mille sfumature di grigio. Per la loro caratterizzazione vi rimandiamo a Novembre (prima pubblicazione della Brudas Art).

La storia si apre nella nostra splendida Torino in versione post-apocalittica. In quest’opera però la città è in via di ricostruzione, gli eventi del cataclisma sono ormai lontani, ci viene dunque mostrata una città in netta ripresa, non più diroccata e semi distrutta.

Attenzione però: la civiltà è sostanzialmente cambiata, il rispetto e la cura della natura e degli animali ora è il perno portante della società, gli schemi del mondo capitalistico – industriale sono stati irrimediabilmente abbandonati, i grattacieli e le costruzioni avveniristiche riposano come stanchi scheletri di dinosauro, ricoperti dalla vegetazione folta.
Lo stretto contatto che vincola l’uomo alla natura e viceversa è il sottofondo che deve impregnare l’opera. Non dimentichiamo che Gaid è il protettore della terra, spetta a lui il difficile compito di salvaguardare l’uomo e la natura.

Vogliamo insomma cercare di rappresentare una Torino dal gusto classico (mi riferisco alle numerose tavole di Novembre in cui comparivano edifici e vedute tipici della nostra città) mescolata alla Torino verde e naturalistica. Nella prima parte dell’opera vedremo come si muove la nostra strana coppia in questa città ibrido in via di ricostruzione.

Ma non vogliamo certo scrivere un’opera hippie che celebri la natura e la pace tra essa e l’uomo, il nostro obiettivo è decisamente un altro.

ATTENZIONE: SPOILER !!!

La tranquillità apparente delle vite dei nostri personaggi viene scossa quando il passato di Yak bussa alla loro porta: Clarence, una tartaruga gigante, emissario diretto di Acquacity, la città sul fondo del fiume che il mondo moderno di superficie apparentemente non conosce, porta una lettera urgente a Yak, attraverso la quale scopriamo che il padre di quest’ultimo sta morendo. I nostri eroi
decidono così di inabissarsi nel fiume, alla ricerca della famigerata città.

Il viaggio però non è solamente un viaggio alla ricerca del padre del pesce, ma anche il ritorno
al suo mondo natale e alla riscoperta dei ricordi del suo passato, del rapporto che lo collegava a suo padre e alla sua famiglia e, infine, la scoperta da parte nostra degli avvenimenti che hanno portato il
pesce sulla cattiva strada e sulla fuga dal mondo acquatico.

I lettori di Novembre ricorderanno sicuramente il piccolo flashback sul passato di Yak, nel quale ci veniva mostrato l’incidente che costò l’occhio al pesce. Da quel misfatto abbiamo appreso che Yak aveva parecchi debiti con soggetti poco raccomandabili, e che proprio a causa di ciò era scappato sul mondo di superficie. Quello che non sappiamo e che scopriamo nel corso di questo secondo volume, è che Yak non ricorda praticamente nulla di suo padre o della sua famiglia, se non alcuni piccoli flashback che gli tornano alla mente in momenti specifici o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

La trama si complica quando il passato di Yak bussa alla porta: la voce del ritorno del pesce ad
Acquacity si sparge in fretta negli ambienti criminali e malavitosi, nei quali lui aveva lasciato parecchi insoluti divisi tra droghe del cosmo, gioco d’ azzardo e donne-pesce di malaffare. I più pericolosi creditori del nostro amico pesce sono una terribile cosca mafiosa, la Pesceria: delinquenti  spietati sapientemente comandati dal loro capo, Boss Tryton Muller, una carpa specchio
antropomorfa con una lunga cicatrice a lato della bocca e sulla guancia destra. A quest’ultimo non importa recuperare soldi perduti ormai da tempo, vuole soltanto la testa di Yak servita su un piatto d’argento.

Ed ecco che Gaid e Yak si trovano nuovamente in situazioni scomode, risse al limite dell’assurdo,
e pericoli di vario genere.

Occorre ora fare una specifica sul ruolo di Gaid:
Nella pacifica Torino “inno alla natura”, Gaid riveste il ruolo di eroe / antieroe, un protettore dell’uomo e della natura assolutamente fuori dagli schemi, un uomo che cerca di costruirsi una vita pacifica, a salvaguardia dell’ambiente e delle persone, nonché della loro interconnessione. Sul mondo di superficie i suoi poteri sono potenti e ben controllati (nei due anni trascorsi dai fatti di
Novembre avrà pur fatto della pratica no!).
Ad Acquacity invece Gaid è poco più di una persona comune, uno sbalordito turista d’eccezione. È meravigliato della scoperta di un mondo dimenticato e affascinante, entusiasta di scoprire un altro  aspetto di madre natura e incuriosito, nonché addolorato, dalla storia e dalla ricerca del suo amico pesce.

I suoi poteri ad Acquacity gli consentono di respirare normalmente, senza quindi l’ausilio di stronzate come maschere, bombole e menate varie, però nel mondo sotto fiume sono fortemente limitati: non può lanciare scariche di nessun tipo, i suoi sogni premonitori sono poco chiari e interconnessi con quelli astratti di Yak, velocità e forza fisica sono notevolmente diminuite.

Riusciranno quindi i nostri eroi a salvarsi dalla mafia pesciosa e trovare il padre morente di Yak?

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